Sergio Costa: il ministro annuncia nel bene confiscato “Casa Don Diana” che saranno investiti “venti milioni subito per le caratterizzazioni e centinaia di milioni per le bonifiche”.
Il ministro per l’Ambiente Sergio Costa, accompagnato dal titolare del dicastero dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, ha illustrato durante il Festival dell’Impegno Civile a Casal di Principe il decreto per il recupero della Terra dei fuochi. “La nostra presenza -ha detto Costa- non è solo simbolica, ma concretamente significativa. A un mese esatto dal giuramento come ministro, ho mantenuto la promessa: l’ambiente prima di tutto”. Tale percorso è iniziato in un luogo speciale: “Casa Don Diana”, bene confiscato alla Camorra e intitolato al parroco anti-malavita ucciso nel 1994 (che proprio ieri avrebbe compiuto 60 anni).
Terra dei fuochi, i punti fondamentali del decreto
Il programma del Governo si basa su alcuni punti fondamentali, con lo stesso Costa che conosce benissimo quei territori (setacciati fin dai primi anni 2000 prima da generale della Guardia Forestale, per poi passare alla sezione ambientale dei Carabinieri). Centrali nel recupero dei territori inquinati saranno la mappa dei veleni, la messa in sicurezza e le bonifiche delle discariche, ma anche il Daspo per chi inquina e per i corrotti, l’agente provocatore e la confisca dei beni a chi commette crimini ambientali, oltre alla rivisitazione della legge sugli ecoreati. “Chi inquina – ha tuonato il ministro dell’Ambiente- è un mafioso dal punto di vista morale. Ed è giusto che paghi. Anche per questo penso ad un Daspo ambientale: così chi ha devastato un territorio dovrà andarsene“. Gli fa eco Di Maio: “Le mafie si combattono prima di tutto con il lavoro. Combattere le mafie significa combattere il gioco d’azzardo legale e illegale; le mafie si combattono con le politiche ambientali. E i decreti, i primi due che abbiamo fatto – ha aggiunto -, sono stati i decreti dignità e Terra dei Fuochi”.
Terra dei fuochi, gli interventi inizieranno dopo l’estate
La svolta sembra davvero concreta, anche perché il decreto (approvato dopo il rogo di San Vitaliano) segna il passaggio di competenze dal ministero dell’Agricoltura a quello dell’Ambiente, che diventerà esecutivo entro il 10 agosto, con il decreto Dignità. Poi, dopo l’estate si passerà alla fase degli interventi. “Sembra un semplice spostamento di competenze – ha proseguito il ministro -, ma è fondamentale: senza questo primo decreto non potremmo scrivere il successivo, che noi chiamiamo “Terre dei fuochi”, al plurale, e che avrà il compito di programmare e realizzare la messa in sicurezza permanente e la bonifica di quei territori che, per problematiche simili, chiamiamo le terre dei fuochi d’Italia”. Riguardo le aree tra il Napoletano e il Casertano, in cui da troppi anni tante famiglie sono costrette a sopportare gravi perdite umane, Costa annuncia soprattutto che “abbiamo trovato i primi fondi per le caratterizzazioni della terra dei fuochi: circa venti milioni di euro subito e una disponibilità di alcune centinaia di milioni di euro per le bonifiche”.
Terra dei fuochi, don Patriciello: “Fiducia nel ministro Costa”
Sul decreto Terra dei fuochi ha detto la sua anche don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano da sempre in prima linea contro l’inquinamento selvaggio della sua terra: “Credo che passare le competenze al ministero dell’Ambiente -ha detto a Tv2000- sia importante per avere uno sguardo d’insieme. Al momento manca l’attenzione ai flussi dei rifiuti industriali, mentre per l’amianto siamo ancora al punto di partenza: sono problemi che devono essere affrontati. Ed è un bene che il ministro Sergio Costa parta non dai rifiuti urbani ma da quelli industriali, vero problema dell’Italia. I prossimi mesi ci diranno di più ma abbiamo fiducia”.