Terremoto in Turchia: L’Unità di Crisi del ministero degli Esteri ha rintracciato tutti gli italiani che erano nella zona del sisma. Ma all’appello ne manca uno.
Le scosse continuano mentre si scava tra le macerie. C’è un italiano che ancora manca all’appello. “Si tratta di Angelo Zen, della provincia di Vicenza, siamo in contatto costante con la famiglia”, ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani al Tg3 in collegamento dall’Unità di crisi della Farnesina.
In Siria i morti sono finora 1.602. Secondo l’Oms il bilancio totale delle vittime potrebbe arrivare a 20.000. In Turchia, ha aggiunto il vice presidente turco Fuat Oktay, come riporta Anadolu, i feriti sono 20.534.
Ad Ankara le vittime del sisma sono almeno 3.549 mentre le persone messe in salvo sono almeno 8000.
300 scosse in 13 ore la più forte è stata di magnitudo 5,5 come indicato dalla lista riportata nel sito che aggiorna costantemente la situazione sismica nella zona, gestito dall’Università del Bosforo con l’Osservatorio di Kandilli, l’Istituto per la ricerca sui terremoti (Krdae) e il Centro regionale di monitoraggio e valutazione di terremoti e tsunami (Bdtim).
“Sono vicino con tutto il cuore alle persone colpite dal terremoto in Turchia e Siria. Continuo a pregare per quanti hanno perso la vita, per i feriti, i familiari, i soccorritori. L’aiuto concreto di tutti noi li possa sostenere in questa immane tragedia“. Lo afferma oggi papa Francesco in un tweet.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato lo stato di emergenza per tre mesi nelle 10 province del sud est della Turchia che sono state colpite dal terremoto.
Le conseguenze del sisma
Si è attivata un’altra faglia al confine tra la Siria e la Turchia ed è stata la responsabile del secondo terremoto forte registrato nella mattinata di ieri, ossia quello di magnitudo 7,5 delle 12:24 (le 11,24 in Italia). Lo ha detto all’ANSA il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). “Quel terremoto – ha aggiunto – è avvenuto su una faglia che si trova più a Nord rispetto a quella Est anatolica, lunga fra 70 e 80 metri”.
La nuova faglia ha provocato uno spostamento del suolo fino a 10 metri. Lo ha detto all’ANSA il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
Un Italiano disperso
“L’Unità di Crisi del ministero degli Esteri ha rintracciato tutti gli italiani che erano nella zona del sisma. Tranne uno. Si sta cercando ancora un nostro connazionale, in Turchia per ragioni di lavoro. Si tratta di Angelo Zen, della provincia di Vicenza, siamo in contatto costante con la famiglia. La Farnesina, fino ad ora, non è riuscita ad entrare in contatto con lui”. Lo scrive su Twitter il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Rientrata l’allerta Tsunami
Subito dopo il terremoto avvenuto alle ore 02:17 italiane del 6 febbraio 2023 di magnitudo Mw 7.9, il Centro Allerta Tsunami (CAT) dell’INGV ha inviato al Dipartimento di Protezione Civile (DPC) un messaggio di allerta tsunami per tutte le coste del Mediterraneo. Il messaggio è stato poi diramato immediatamente dal DPC a tutte le componenti del sistema nazionale di protezione civile.
Allo stesso tempo il CAT, in qualità di Tsunami Service Provider (TSP) dell’area NEAM (North-Eastern Atlantic, Mediterranean and connected seas), ha inviato il messaggio di allerta ai Paesi dell’area euro-mediterranea che hanno sottoscritto i servizi del CAT. La procedura, infatti, per terremoti di questa entità (M>=7.5) prevede che l’allertamento venga esteso a tutte le coste del Mediterraneo.
Il messaggio di allerta è stato inviato dal CAT 8 minuti dopo il tempo origine del sisma, indicando una magnitudo Mw pari a 7.9. Anche il KOERI (TSP della Turchia) ha diramato un messaggio di allerta dello stesso tenore 15 minuti dopo il terremoto, indicando una magnitudo pari a 7.5.
Sebbene l’epicentro del terremoto sia avvenuto ad oltre 80 km dalla costa, l’estensione della faglia per un evento di questa magnitudo (stimata in circa 200 km) fa sì che possa manifestarsi una deformazione del fondale marino, con conseguente tsunami. In seguito, l’analisi dei dati del livello del mare ai mareografi più prossimi all’epicentro ha mostrato l’effettiva presenza di uno tsunami nel Mar Mediterraneo orientale. Per questo motivo il CAT ha diramato un secondo messaggio (di conferma), che indica appunto che uno tsunami si era effettivamente prodotto.
Fonte Ansa e INGV
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