La vasta operazione della Digos, coordinata dal pool antiterrorismo della Procura di Roma (che ha portato allo smantellamento della rete di Anis Amri), ha provveduto all’arresto di quattro tunisini, residenti a Napoli e Caserta: due nel centro del capoluogo partenopeo, gli altri a Casal di Principe e a Villa di Briano.
I quattro tunisini, tuttavia, non si limitavano a produrre documenti falsi per i jihadisti, ma anche libretti di circolazione, patenti e libretti di lavoro in formato elettronico da utilizzare in Francia. Le cifre per l’acquisto dei documenti contraffatti variavano dai 100 ai 350 euro. Il capo di questa banda sarebbe stato un 32enne che viveva a due passi dal teatro San Ferdinando di Napoli, non lontano dalla stazione di Piazza Garibaldi: da lì, quest’ultimo avrebbe mantenuto i contatti con la Tunisia, ricevendo informazioni sugli sbarchi degli immigrati, preparando gli alloggi per i migranti da ospitare e fabbricando i documenti falsi, in modo da consentire ai clandestini di arrivare in Francia, dove sarebbero stati poi accolti da altri tunisini. Ed è soprattutto su quest’ultimo punto che si stanno concentrando le indagini da parte delle autorità francesi e dei servizi segreti transalpini.
Articolo pubblicato il: 30 Marzo 2018 11:18