The Wolf of Wall Street, Leonardo Di Caprio nei panni di un feroce broker
Leonardo di Caprio: in The Wolf of Wall street il popolare attore ha interpretato l’ascesa e la caduta di Jordan Belfort.
Con The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese, Leonardo Di Caprio è andato per l’ennesima volta vicinissimo alla conquista dell’Oscar (traguardo poi finalmente raggiunto dopo due anni con Revenant). Il film è tratto da una storia vera, quella dello spregiudicato broker newyorchese Jordan Belfort, arrestato nel 1998 per frode e riciclaggio di denaro, dopo che, tra lusso e truffe, si è arricchito mandando in rovina migliaia di persone. Come riporta Mondofox, base della pellicola è il libro in cui lo stesso Belfort ha raccontato la sua incredibile vicenda, anche se in molti ne hanno messo in dubbio l’attendibilità.
Jordan Belfort, dalle vendite porta a porta a truffe per milioni di dollari
Inizialmente, Belfort voleva diventare dentista, convinto che fosse una professione che gli avrebbe permesso di vivere nel lusso. Ma il discorso alle matricole del rettore del Baltimore College of Dental Surgery gli ha fatto rapidamente cambiare idea: Belfort ha mollato gli studi e si è messo a vendere carne e prodotti ittici porta a porta. L’attività è decollata rapidamente, ma il giovane si è espanso troppo senza possedere il capitale necessario per farlo e l’attività è fallita. A quel punto, grazie a un amico di famiglia, ha iniziato a lavorare come broker presso la L.F. Rothschild. Tuttavia, l’esperienza è durata poco, perché a causa del crollo dei mercati del 1987, la prestigiosa società è andata in bancarotta e si è ritrovato disoccupato. Belfort si è poi riciclato all’Investors Center, società che vendeva “penny stock”, ovvero azioni molto economiche ma estremamente rischiose. Sfruttando il suo incredibile talento commerciale, in breve tempo si è lanciato nel mondo della finanza con la Stratton Oakmont. L’azienda ha fatturato milioni di dollari col pump and dump: ovvero l’acquisto in anticipo di azioni di piccole società a bassa capitalizzazione, facendo lievitare il titolo. Poi Belfort e i suoi collaboratori le piazzavano in massa a incauti acquirenti disinformati o male informati (da loro), ricavando un ulteriore rialzo. A quel punto, rivendevano le azioni con enorme profitto per sé, ma ingenti danni per gli investitori.
The Wolf of Wall Street, tante scene di eccessi
All’apice del successo negli anni ’90, la Stratton Oakmont impiegava oltre 1000 broker e, come scrivono History vs Hollywood e il Time, è stata realmente teatro di innumerevoli eccessi, perfettamente riprodotti da Di Caprio (che nel lusso c’era già stato ne “Il grande Gatsby”). Nel film, c’è un episodio che meglio di altri riassume l’irrazionale desiderio di arricchimento: una dipendente si fa rasare i capelli per 10mila dollari, in modo da pagarsi le protesi al seno. Invece, nei locali della società non ci sono mai stati scimpanzé e non è mai avvenuta una competizione di lancio dei nani, anche se Belfort nel libro scrive che se ne è parlato come di una possibilità. Al contrario, è vero che nei locali della Stratton Oakmont c’erano spesso prostitute e che Belfort e i suoi soci praticavano sesso sfrenato. The Wolf ha infatti abusato di cocaina, qualuude, morfina e xanax, e mentre era sotto il loro effetto ha realmente rischiato di schiantarsi al suolo con il suo elicottero e distrutto una Mercedes (non una Lamborghini, come viene mostrato nel film con Di Caprio). Anche l’episodio in cui ha cercato di portare via in auto la figlia di 3 anni, sfondando la porta del garage e andando a sbattere contro un pilastro, è accaduto realmente ed è stato provocato dall’abuso di sostanze stupefacenti.
The Wolf of Wall Street, arresto e redenzione
Jordan Belfort è stato arrestato nel 1998 per riciclaggio di denaro e frode ed è stato condannato a 4 anni di prigione, ma ha scontato in carcere solo 22 mesi. Durante la detenzione ha conosciuto l’attore, scrittore e attivista per la liberalizzazione della droghe leggere Tommy Chong, che l’ha incoraggiato a scrivere le sue memorie. L’ex broker ha pubblicato due libri: The Wolf of Wall Street e Catching the Wolf of Wall Street: More Incredible True Stories of Fortunes, Schemes, Parties and Prison. Nella condanna di Belfort è prevista anche la restituzione del 50% di ogni suo guadagno per risarcire le oltre 1500 persone che ha truffato, per un totale di 110 milioni di dollari. L’uomo ha anche dichiarato di avere chiesto al governo USA di poter versare il 100% degli introiti dei libri, della vendita dei diritti degli stessi e dei suoi proventi del film, ma che la sua proposta non è stata accolta. Oggi è un uomo libero e lavora come oratore motivazionale.
Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.