Da sabato 23 al 30 dicembre, la coreografia di Picone sarà in scena per la prima volta a Napoli con i primi ballerini del Royal Ballet Vadim Muntagirov e Akane Takada
“Lo schiaccianoci” di Pëtr Il’ič Čajkovskij torna al Teatro di San Carlo per la Stagione di Balletto 2017-18. Venerdì 22 dicembre alle ore 16 si è tenuta la prova generale dello spettacolo, aperta al pubblico, dedicata nell’ambito del “San Carlo per il sociale” ai volontari animalisti di Napoli. Parte del ricavato è stata devoluta all’associazione Animal Day, che organizza la manifestazione annuale per i diritti degli animali e sarà da questa destinata a rifugi e associazioni animaliste più attivi sul territorio cittadino. Il Garante dei diritti animali del Comune di Napoli, Stella Cervasio, spiegherà l’attività dell’Animal Day, che divulga le leggi sul benessere animale e aiuta gli attivisti contro il randagismo e le altre violazioni dei diritti delle specie diverse dalla nostra. “Lo schiaccianoci” sarà in programma da sabato 23 fino al 30 dicembre con doppio spettacolo ogni giorno alle ore 17 e alle ore 21. Per la prima volta a Napoli sarà presentata la coreografia da Marius Petipa firmata dal direttore del Corpo di Ballo del San Carlo, Giuseppe Picone, che ha debuttato lo scorso anno a Palermo. Mikhail Agrest, specialista del repertorio, dirigerà l’Orchestra stabile. In scena ci saranno i primi ballerini del Royal Ballet, Vadim Muntagirov e Akane Takada, e al debutto a Napoli Casey Herd e Marta Petkova, assieme ai solisti, ai primi ballerini e al Corpo di Ballo del San Carlo, con la partecipazione del Coro di Voci Bianche diretto da Stefania Rinaldi e degli allievi della Scuola di Ballo diretta da Stéphane Fournial. L’allestimento con scene di Nicola Rubertelli, costumi di Giusi Giustino e luci di Bruno Ciulli, è quello tradizionale del San Carlo ma con alcune novità. “La mia versione di ‘Schiaccianoci’ firmata lo scorso anno per il Teatro Massimo di Palermo e adesso ulteriormente arricchita per il San Carlo”, sottolinea Picone, “è immersa in una dimensione magica e fiabesca. Per accentuare l’atmosfera da sogno di questo splendido balletto, ho voluto inserire altri elementi sempre di Nicola Rubertelli all’interno della scenografia: un nuovo albero di Natale, una nuvola che fa volare lo Schiaccianoci nel mondo della Fata Confetto e altri pannelli scenici per le danze di carattere. La coreografia si distacca dalle innumerevoli versioni del titolo che ho danzato nel corso della mia carriera. Qui, ho voluto segnare un netto contrasto tra la realtà di Clara e il suo mondo fantastico animato dalla Fata Confetto separando i due ruoli per cui ho scelto due diverse interpreti”, conclude. Terzo titolo di Čajkovskij della stagione dei balletti dei teatri imperiali russi, “Lo schiaccianoci” debuttò il 6 dicembre 1892 al Mariinskij di San Pietrobrugo. Fu il direttore Ivan Aleksandrovič Vševoložkij a suggerire al compositore il soggetto, tratto dalla versione di Alexandre Dumas del racconto di Ernst Theodor Amadeus Hoffman, ritenuta “più gradevole” e meno concentrata sui misteri dell’inconscio infantile rispetto al testo originario. Petipa puntava infatti sul potenziale spettacolare della storia: la festa di Natale, la battaglia dei topi, il viaggio in paesi incantati. Tra reale e fantastico, la vicenda narra della piccola Clara che sogna lo schiaccianoci a forma di soldato, ricevuto in dono, prima minacciato e poi salvato dai topi, e poi trasformato in un principe che la conduce verso terre ignote, fino al risveglio mattutino. Come in “La bella addormentata” e nel “Lago dei cigni”, la bellezza della coreografia incontra una straordinaria musica di Čajkovskij. Detto anche il “balletto dei valzer”, “Lo schiaccianoci” è una partitura raffinata ed evocativa che vive di propria autonomia e di interesse musicale. Prima della messinscena del balletto, il compositore ne diresse una versione in forma di Suite orchestrale. Classico senza tempo, per il grande coreografo George Balanchine “è uno dei bei doni della danza, non soltanto per i bambini, ma per chiunque ami l’elemento magico del teatro: ha un incanto perenne, che non dura soltanto i giorni di Natale, ma tutto l’anno…”. Un appuntamento, quindi, da non perdere assolutamente, sia per il prestigio del teatro San Carlo che per le immortali note legate ad uno dei massimi compositori russi dell’Ottocento.
Articolo pubblicato il: 22 Dicembre 2017 21:59