giovedì, Novembre 21, 2024

Tragedia in piazza Carlo III, il 21enne è disperato: “Non ho visto le due ragazze”

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Luigi Maria Mormone
Luigi Maria Mormonehttps://www.2anews.it
Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Cronaca di Napoli: la disperazione del 21enne che alla guida di una Smart ha investito in piazza Carlo III due ragazzine (uccidendo una 15enne).

Nella notte tra venerdì 7 e sabato 8 agosto, c’è stato un tragico incidente stradale in piazza Carlo III (Napoli) dove una ragazzina di 15 anni è morta dopo essere stata travolta da una Smart, mentre attraversava la strada con un’amica di 14 anni che ora si trova ricoverata al Cardarelli.

Sotto choc il guidatore, un ragazzo di 21 anni, che si è fermato per prestare soccorso: è stato sottoposto ai test per verificare l’eventuale consumo di alcol e droga (i cui risultati sono attesi per oggi). Al ragazzo (che al momento della tragedia era in auto con la fidanzata) è indagato per omicidio stradale e gli è stata ritirata la patente.

Il giovane non sa darsi pace per quanto accaduto: “Mio figlio non le ha viste, ma sono sicura che non correva -dichiara la madre a “Repubblica” – Le telecamere diranno la verità. Non sappiamo nulla sul perché sia avvenuta questa tragedia, siamo devastati. Mio figlio si sente in colpa ed è disperato per la morte di quella creatura, ma ancora non è chiara la dinamica. Dice di non averle viste, così come la sua fidanzata, che era in auto con lui. Forse le ragazze avevano affrettato il passo per superare quell’altra auto, forse avevano compiuto un attraversamento azzardato e mio figlio se le è trovate davanti”.

La donna sottolinea inoltre che il figlio “non è uno che corre con l’auto. Ora è come se fosse morto dentro. Stava cercando un’occupazione. Avrebbe dovuto sostenere un colloquio di lavoro, ma adesso cambierà tutto. Se è colpevole pagherà, si farà carico di tutte le sue responsabilità, ma nessuno può permettersi di giudicarlo colpevole a priori senza aver accertato quanto avvenuto”.

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