giovedì, Dicembre 12, 2024

Trionfo al San Carlo per “Il Cappelo di Paglia di Firenze” di Nino Rota

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Carlo Farina
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Carlo Farina - cura la pagina della cultura, arte con particolare attenzione agli eventi del Teatro San Carlo, laureato in Beni culturali, giornalista.

Ancora un grande successo per il Teatro San Carlo che con la messa in scena del “Cappello di Paglia di Firenze” di Nino Rota, ha registrato ancora una volta una massiccia presenza di pubblico. 

E’ finalmente approdata per la prima volta a Napoli, al Teatro San Carlo, l’opera buffa che il grande Nino Rota scrisse nel 1945 e andò in scena ben dieci anni più tardi, debuttando nel 1955 al Teatro Massimo di Palermo, che fu accolto da uno strepitoso successo.

Anche il “nostro” teatro, nell’allestire tale opera ha voluto saldare un vecchio debito che aveva con questo eccellente musicista, troppo spesso ricordato prevalentemente solo per le sue celebri colonne sonore che hanno reso immortali alcune delle scene cinematografiche più belle e preziose del cinema italiano, quando era osannato anche all’estero, soprattutto con i film di Fellini.

Ma l’abilità della scrittura musicale di Rota lo rende uno dei più grandi protagonisti della vita musicale del Novecento, visto che ha affrontato quasi tutte le forme musicali, fino al suo massimo capolavoro teatrale, che dopo “Gianni Schicchi” di Puccini è, molto probabilmente, l’unica opera comica di successo del Novecento.

Scritto a quattro mani conTrionfo al San Carlo per "Il Cappelo di Paglia di Firenze" di Nino Rota la madre Ernesta Rinaldi, questa farsa musicale si basa su un soggetto molto semplice e banale: quello del ritrovamento di un cappello di paglia di Firenze, nella magica atmosfera della Parigi degli anni ’20, dove tutta una lunga serie di equivoci paradossali, di scambi di persona e di continui colpi di scena, sullo sfondo di un matrimonio che deve essere ancora celebrato, non lasciano un attimo di respiro al pubblico che certamente si sarà divertito durante lo svolgimento dei quattro atti previsti.

Un grande lavoro quindi per la brava regista Elena Barbalich che è riuscita a sottolineare l’aspetto “irrazionale” di tutta la vicenda  puntando su una messa in scena surreale, dichiaratamente fantastica. Tutti bravi e decisamente motivati i cantanti, dal superbo Filippo Adami (Fadinard, 11 e 12 maggio) all’attraente Zuzana Markovà nella parte della futura sposa Elena.

Affascinante e convincente anche Anna Maria Sarra (Anaide, moglie di Beaupertuis), fino allo stesso personaggio del marito interpretato dal simpatico Bruno de Simone, impegnato in una delle arie più belle dell’opera “E’ una cosa incredibile!”.

La direzione è stata affidata al bravo e giovane direttore Valerio Galli, che nel dirigere un’orchestra perfetta come quella del San Carlo, ha sottolineato con bravura l’estrema versatilità della scrittura musicale di Rota, che in questo suo lavoro attraversa buona parte del melodramma italiano, con raffinate citazioni che vanno da Donizetti a Puccini, passando anche per Rossini e perché no, arrivando fino a Stravinskij.

Molto belle anche le scene ed i costumi curate da Tommaso Lagattolla, che nell’ambientare l’azione scenica in una surreale Parigi dei primi anni del Novecento, ha ottenuto un risultato molto soddisfacente. Non poteva saldare nel migliore dei modi questo debito che il Teatro San Carlo aveva con Nino Rota, la cui opera resta uno dei massimi capisaldi del Novecento musicale.

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