giovedì, Novembre 7, 2024

Tumore al seno metastatico, le nuove terapie a bersaglio molecolare meglio della chemio

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Maria Sordino
Maria Sordinohttps://www.2anews.it
Maria Sordino - cura la pagina della sanità, sociale, attualità, è laureata in Scienze Biologiche, scrittrice.

Le donne con tumore al seno metastatico possono evitare la chemioterapia: nessun regime di chemio è più efficace della combinazione di ormonoterapia e nuove terapie a bersaglio molecolare.

Importanti risultati nel trattamento del tumore al seno metastatico. Un’analisi di 140 studi, per un totale di 50.029 pazienti in post menopausa con patologia metastatica, pubblicata su The Lancet Oncology, ha dimostrato che l’associazione di ormonoterapia e dei nuovi farmaci a bersaglio molecolare è migliore rispetto alla sola ormonoterapia standard.

La sopravvivenza libera da progressione di malattia è raddoppiata e, inoltre, la combinazione si è rivelata più efficace della chemioterapia. 

Lo studio è il risultato di una collaborazione internazionale, coordinata dai professori Mario Giuliano, dell’Università Federico II di Napoli, e Daniele Generali, dell’Università di Trieste, con la partecipazione di molti ricercatori italiani.

Nel nostro Paese, nel 2018, sono state stimate 52.300 nuove diagnosi di carcinoma della mammella e circa 37 mila donne vivono con la malattia in fase metastatica – spiega Lucia Del Mastro, responsabile della Breast Unit dell’Irccs ospedale Policlinico San Martino di Genova – La ricerca ha coinvolto pazienti in postmenopausa con la patologia metastatica, positiva per i recettori ormonali e negativa per il recettore Her2 (fattore umano di crescita epidermica). Si tratta di un sottotipo che include circa il 65% di tutti i casi metastatici“.

Questa analisi è molto importante – evidenzia l’oncologa – perché per la prima volta pone a confronto, in prima e seconda linea, l’efficacia dei regimi oggi disponibili di chemioterapia e ormonoterapia, con o senza terapie mirate.

E conferma quanto stabilito dalle linee guida internazionali, che raccomandano, anche in prima linea, l’impiego dell’ormonoterapia (con o senza terapie mirate), posticipando l’uso della chemio in queste pazienti. Con un guadagno “in termini di minore tossicità“.

Nonostante le raccomandazioni internazionali, oggi la chemio è ancora diffusa nella pratica clinica. Ci auguriamo che l’analisi pubblicata su The Lancet Oncology possa cambiare la tendenza. Le nuove opzioni terapeutiche, infatti, garantiscono quantità e qualità di vita“, conclude.

(Fonte: LaRepubblica.it modificato)

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