Nuove speranze per la cura del tumore al seno arrivano da uno studio condotto in vitro a Manchester e in vivo su pazienti arruolate presso l’università di Pisa. La ricerca ha testato l’efficacia anticancro della doxiciclina, antibiotico appartenente alla classe delle tetracicline e comunemente usato per il trattamento dell’acne.
Lo studio è stato condotto dal gruppo di Antonio Giuseppe Naccarato (Dipartimento di ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia dell’università di Pisa), direttore della Sezione dipartimentale di anatomia patologica 1 dell’Aoup-Azienda ospedaliero-universitaria pisana, con Cristian Scatena, anatomopatologo e allievo della Scuola di dottorato in scienze cliniche e traslazionali dell’ateneo pisano, insieme a ricercatori dell’University of Salford di Manchester e in collaborazione con il Centro senologico dell’Aoup e la Fondazione pisana per la scienza Onlus.
La ricerca clinica è stata condotta su 15 donne affette da carcinoma della mammella in stadio precoce e ha evidenziato, dopo solo 14 giorni di trattamento antibiotico, una riduzione significativa (in media di circa il 40%) del numero delle cellule staminali neoplastiche.
Nel dettaglio, la doxiciclina è stata somministrata in 9 pazienti (braccio sperimentale), mentre ulteriori 6 pazienti sono state inserite come braccio di controllo: le prime hanno assunto l’antibiotico per i 14 giorni antecedenti l’intervento chirurgico, a una dose giornaliera standard di 200 mg; le altre, invece, sono state sottoposte direttamente a terapia chirurgica.
I tumori delle pazienti del braccio sperimentale, dopo trattamento con doxiciclina, dimostravano una diminuzione significativa di cellule staminali, compresa tra il 17,65 e il 66,67%.
Il probabile meccanismo che permetterebbe di spiegare questo risultato risiede nella capacità degli antibiotici di avere un effetto distruttivo sui mitocondri, le centrali energetiche delle cellule, di cui sono molto ricche le cellule staminali neoplastiche, responsabili dell’origine del tumore e delle recidive locali, della resistenza alle terapie e delle temute metastasi a distanza.
L’arruolamento di nuove pazienti con il tumore al seno potrà permettere di confermare nei prossimi mesi questi primi risultati molto promettenti.
Articolo pubblicato il: 23 Novembre 2018 8:07