Ultimo triste ciak per Pasquale Squitieri, il grande regista napoletano dei film “scomodi” scomparso all’età di 78 anni, a Roma, nell’ ospedale Villa San Pietro dove era ricoverato da tempo.
di Giuseppe Giorgio – “Squitieri – così come ha raccontato la seconda moglie Ottavia Fusco- un anno fa aveva avuto un terribile incidente stradale dal quale non si era mai più ripreso. Le conseguenze lo avevano costretto addirittura a problemi di deambulazione. La morte è sopraggiunta per complicanze respiratorie dovute a un enfisema, conseguenza di un cancro ai polmoni. E’ stato sempre un accanito fumatore ed il suo amore per il cinema è sempre rimasto immutato”. Dopo aver debuttato alla regia nel 1969 con la pellicola “Io e Dio”, prodotto da Vittorio De Sica, Squitieri, con lo pseudonimo di William Redford, firmò anche due pellicole del genere spaghetti western, “Django sfida Sartana” del 1970 e “La vendetta è un piatto che si serve freddo” del 1971. Laureato in Giurisprudenza, Squitieri sarà ricordato soprattutto per i suoi film storico-politici, sempre additati ed oggetto di non poche critiche, come “I guappi” del 1973, “Claretta” del 1984, presentato al Festival di Venezia e giudicato colpevole di suscitare troppa compassione nei riguardi della donna del Duce e “Li chiamarono… briganti!” del 1999, un film sul brigantaggio terribilmente contestato e ritirato dalle sale, che avendo come tema i postumi dell’Unità d’Italia, narra la storia del suo principale rappresentante, Carmine Crocco. Fautore di tante altre pellicole come: L’ambizioso (1975), Il prefetto di ferro (1977) Corleone (1978) Atto di dolore (1990) Gli invisibili (1988) L’avvocato de Gregorio (2003) Razza selvaggia (1980) Il colore dell’odio (1990) L’altro Adamo (2014) a partire dagli anni Settanta, per 26 anni, Squitieri si legò a Claudia Cardinale, interprete di parecchi suoi film e dalla quale ebbe la figlia Claudine. Dal 2003, invece, il regista era sposato con l’artista Ottavia Fusco. Gettando lo sconforto nel mondo del cinema, la scomparsa del regista, scenografo e politico, nato a Napoli il 27 novembre del 1938, spegne per sempre i riflettori su di un uomo da sempre considerato controcorrente. Nel 2015, al Castello Aragonese di Ischia, isola da sempre amata dal controverso cineasta, Squitieri era apparso, sia pure provato e su di una carrozzella, per l’ultima volta in publico per ritirare il premio alla carriera dell’Ischia Film Festival. “Premiarlo con l’Ischia Film Festival Award – ha detto il fondatore e direttore artistico, Michelangelo Messina – costituiva per me un doveroso omaggio alla sua straordinaria e talvolta discussa, carriera”. Tant’è che Squitieri, premiato nel corso della tredicesima edizione del festival dedicato ai luoghi del cinema, ne era anche diventato il presidente, riuscendo ad essere presente insieme ad Enrico Lo Verso e Lina Sastri, i due protagonisti del suo discusso ma pur sempre straordinario film “Li chiamarono…Briganti!. “Dal 24 giugno prossimo- ha detto ancora il patron Messina, insieme al nuovo co-direttore Boris Sollazzo, nel mentre si avvia a realizzare la programmazione della prossima edizione – il Film Festival di Ischia, giunto alla sua quindicesima edizione, omaggerà con una retrospettiva il grande regista, in ricordo di uno straordinario percorso artistico e civile che non ha mai conosciuto compromessi”. I funerali di Squitieri, oggi sistemato nella camera ardente allestita all’interno di Villa San Pietro, si svolgeranno domani a Roma nella chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo.