Stadio San Paolo: polemiche sui lavori di restyling per le Universiadi 2019.
I lavori di restyling dello stadio San Paolo di Napoli in vista delle Universiadi 2019 sono di nuovo al centro delle cronache. Come riporta “Il Mattino”, nel gorgo burocratico-amministrativo vengono escluse dai lavori (5 milioni per rifare pista di atletica e impianto di illuminazione) una serie di aziende, che già sono sul piede di guerra. Il Comune vara la gara d’appalto. Successivamente la stazione appaltante decide le 15 proposte che sembrano più interessanti, invitando le aziende a formalizzare la loro offerta e tra queste si sorteggia chi vince l’appalto con il sistema dei “bigliettini”.
Il sistema è ampiamente discrezionale, tuttavia rientra nei poteri in deroga assegnati al commissario per le Universiadi che, a sua volta, li ha concessi al Comune di Napoli in qualità di stazione appaltante. Il problema che ha scatenato la rabbia dei costruttori è che le 15 ditte che saranno invitate a formalizzare la loro offerta devono far parte della cosiddetta white list della Prefettura, lista che indica le aziende in regola con le varie normative antimafia e le ditte edili non hanno mai avuto l’obbligo di iscriversi.
Ed anche se ci si iscrive, la Prefettura, oberata di incombenze, non riesce a dare risposte in tempo. L’Acen, l’associazione costruttori napoletani, ha provato a chiedere al commissario prefettizio per le Universiadi Luisa Latella di “mitigare” la questione “white list”: la risposta non è stata positiva.