“Uomo in mare” e “Infelix”, due corti campani apprezzati al Premio Cinema Campania
Storie di giustizia e di degrado ambientale: raccontando la propria terra e i problemi annosi e mai risolti, due corti campani, diretti da Emanuele Palamara e Maria Di Razza, si aggiudicano premi e attenzione del pubblico, come nel recente Premio Cinema Campania 2017.
Le targhe del Premio Cinema Campania 2017, kermesse dicembrina organizzata dal giovane team del Social World Film Festival, sono andate quest’anno, tra i tanti, anche ai corti impegnati di tre giovani ed emergenti registi di Napoli e provincia. Se l’uscita dell’ultimo lavoro di Luigi Pane è prevista per l’anno prossimo, un cortometraggio sul Bataclan e gli attacchi di Parigi del 2015 dal titolo L’Avenir, i corti campani di Emanuele Palamara e Maria Di Razza hanno già incontrato favori del pubblico e molti riconoscimenti da più di un anno.
Quello di Palamara, Uomo in mare, narra la storia di Marco, testimone di giustizia interpretato da Marco D’Amore, che è costretto a pagare le conseguenze di una scelta giusta ma sofferta. Lui e la sua famiglia sono obbligati a vivere nell’ombra, tra la minaccia dei carnefici e la mancanza di protezione da parte dello Stato, mentre sui coniugi incombe lo spettro di una separazione e di una crisi sempre più acuta. Sullo sfondo si staglia il racconto visivo di Matteo, il figlio di Marco, che come tutti i bambini gioca e immagina un mondo tutto suo nella sua stanza. Il suo sogno è quello di salvare un soldatino che sta annegando in un mare creato con un pezzo di stoffa azzurra, come solitamente fanno i più piccoli quando accendono la fantasia. L’unica speranza per aiutare l’uomo in mare è un elicottero giocattolo che il bambino chiede fiduciosamente al padre, e che la camera inquadra fin dall’inizio nel negozio, sottolineando tra carrelli e inquadrature sempre più strette sul volto del papà, il tormento e la tensione interiore del capofamiglia. Marco fa di tutto per realizzare quel desiderio, scontrandosi ripetutamente con sua moglie e, soprattutto, con la sua coscienza di testimone combattuto.
“(In)Felix” è invece il lavoro di animazione di Maria Di Razza sul disastro ambientale della Terra dei Fuochi. Una poetica opera di denuncia per invitare a riflettere sulle drammatiche conseguenze dello sversamento illegale dei rifiuti e sull’inquinamento dei suoli e delle falde acquifere nel territorio campano. “(In)Felix” fa seguito al grande successo dei precedenti cortometraggi di animazione di Maria Di Razza – il premiato “Forbici” sul tema del femminicidio, realizzato nell’ambito del progetto di film partecipato della marechiarofilm “Oggi insieme, domani anche” ideato da Antonietta De Lillo , e “Facing off”, una ulteriore esplorazione del mondo femminile – e della docufiction di esordio della regista puteolana, “Ipazia”, dedicata alla figura dell’unica donna scienziata dell’antichità. Immagini forti ed efficaci quelle di Infelix, potenti nella linearità essenziale del disegno animato in bianco e nero di Costantino Sgamato, collaboratore storico della Di Razza. La tragedia del triangolo della morte, come è stata spesso soprannominata l’area tra Nola, Acerra e Marigliano, comuni dell’hinterland napoletano, viene trattata con delicatezza e allo stesso tempo attraverso una narrazione ferma e decisa, che spazia dalla raffigurazione di fusti e barili sotterrati alle eterne discussioni politiche nei luoghi istituzionali, mentre la gente ormai fugge su navi e traghetti lontano dall’apocalisse ecologica, quasi dei nuovi emigranti dell’ottocento meridionale o dei disperati su quel Titanic che è diventata ormai la nostra regione.
Un vero Armageddon ambientale, un giorno del giudizio che purtroppo, stando alle ultime stime e alle indagini, è fissato proprio per una data certa, il 2064: secondo studi e ricerche effettuate dagli esperti, se non si procederà entro quella data alla bonifica delle discariche e dei siti inquinati, il percolato raggiungerà la falda acquifera regionale, portando all’estinzione di ogni forma di vita nel napoletano e casertano. Uno scenario da incubo in un corto d’animazione necessario e urgente, importante per risvegliare le coscienze sopite e le menti dimentiche dell’emergenza che vivemmo nel 2008 e della spada di Damocle che pende su tutti noi.
Giornalista. Ha partecipato negli ultimi anni a giurie di festival cinematografici (come il SocialWorld Film Festival di Vico Equense), concorsi fotografici e mostre collettive. Recensioni film, serie TV, teatro, eventi, attualità.