E’ scattato alla mezzanotte ora di Washington (le 6 in Italia) il temuto ‘shutdown’. Ovvero la chiusura degli uffici amministrativi federali negli Stati Uniti in seguito al voto al Senato contro il provvedimento per finanziare il bilancio di governo. In una corsa contro il tempo si sono tentati negoziati in aula che non hanno tuttavia portato ad alcun accordo prima della scadenza fissata.
La misura, alla fine, e’ stata bocciata con 50 a 49 voti. Mentre 60 erano necessari per approvare il testo, respinto, invece e con non poco clamore, anche da quattro senatori repubblicani. La Casa Bianca pero’ – e il presidente Trump in persona – punta il dito contro i democratici: “I dem vogliono lo shutdown per sminuire il gran successo dei tagli alle tasse e ciò che comportano per la nostra economia in crescita”, aveva twittato il presidente poco prima della scadenza ammettendo subito che “non si mette bene”.
Poi, a cose ormai fatte e nella consapevolezza che pure per un accordo dell’ultimo minuto non c’era alcuna chance, la portavoce della Casa Bianca ha sottolineato con forza quella posizione, affermando in un comunicato. “Non negozieremo lo status di cittadini illegali mentre i democratici tengono i nostri cittadini ostaggio di richieste incoscienti”. E ancora, sullo shutdown: “Questo e’ comportamento da ostruzionisti, non da legislatori”.
L’accusa dell’opposizione e’ per il presidente di non aver lavorato per un accordo bipartisan, sui dreamer in particolare, dopo che Donald Trump ha nei mesi scorsi cancellato il programma di Obama per la loro protezione (Daca) dando mandato di trovare una soluzione alternativa entro la primavera. Ma nemmeno su altre priorità poste dai democratici, come il rinnovo della copertura sanitaria per nove milioni di bambini (Chip). (ANSA).
Articolo pubblicato il: 20 Gennaio 2018 14:00