domenica, Dicembre 22, 2024

Verdoliva: “Al Cardarelli sempre in prima linea per la salute dei pazienti»

Il Percorso Rosa è attivo tutti i giorni 24 ore su 24, il Centro Dafne è aperto il mercoledì e venerdì

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Federica Giorgio
Federica Giorgiohttps://www.2anews.it
Giornalista - iscritta alla Federico II al corso di Laurea di Culture Digitali e Comunicazione

Ciro Verdoliva: “Il Percorso rosa, presso il Pronto Soccorso del Cardarelli destinato alle donne vittime di violenza, è attivo sette giorni su sette e 24 ore al giorno e i nostri operatori sono formati per accogliere tali pazienti con tutta l’attenzione che meritano”.

NAPOLI – «Sono felice che il consigliere regionale Francesco Moxedano abbia trovato il tempo di passare in pronto soccorso al Cardarelli. Tuttavia, mi spiace che abbia confuso il Percorso rosa con il Centro Dafne. Pur rendendomi conto che il tema non è di quelli spiccioli, sono costretto mio malgrado ad evidenziare come questa confusione rischi di essere fuorviante per i cittadini.

Stiamo portando avanti una battaglia serrata contro le fake news, è grave che una spericolata e infondata dichiarazione di un così autorevole esponente politico possa generare confusione in chi vive un dramma come la “violenza”». Lo ha detto Ciro Verdoliva, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Cardarelli di Napoli.

«Facciamo allora un po’ di chiarezza – aggiunge Verdoliva – il Percorso rosa (che sta nel Pronto Soccorso del Cardarelli), destinato alle donne vittime di violenza, è attivo sette giorni su sette e 24 ore al giorno ed i nostri operatori sono formati per accogliere tali pazienti con tutta l’attenzione che meritano.

Il Centro Dafne, ubicato invece nella palazzina M (a fianco del Pronto Soccorso) è aperto il mercoledì e il venerdì con il supporto dell’Associazione Salute Donna che ha il compito di fornire un supporto psicologico e raccogliere dichiarazioni che confluiscono in un documento chiamato “referto psicologico”; in via sperimentale da lunedì scorso abbiamo aggiunto un terzo giorno (il tutto é svolto come volontariato) nell’ottica di supportare al massimo le donne in difficoltà.

Quanto lavoro ci sia dietro questo progetto lo sanno bene i medici, le psicologhe e le infermiere che ci si dedicano con abnegazione e professionalità. E lo sanno, naturalmente, le 180 pazienti che sono arrivate al pronto soccorso nel 2017 accolte in codice rosa e le 120 che hanno scelto poi di rivolgersi al Centro Dafne nello stesso anno.

E lo sa bene anche l’Assessore regionale Chiara Marciani che segue questa realtà con grande attenzione tanto che ha individuato con il suo Assessorato alla Formazione e alle Pari opportunità il Centro Dafne del Cardarelli come “centro di riferimento regionale per il percorso di tutela delle donne vittime di violenza” affidandogli la formazione per gli operatori che dovranno attivare gli altri centri».

Sorpresa del commento di Moxedano è anche il primario del pronto soccorso del Cardarelli Fiorella Paladino: «Il Percorso rosa – dice – funziona benissimo, tutte le pazienti che arrivano con segni di violenza o che ci dichiarano di aver subito violenza passano ad un percorso protetto. E questo accade 7 giorni su 7, non certo – purtroppo – in maniera sporadica».

Quanto alla presenza di barelle, il direttore generale vuole ricordare che il cardarelli, al momento è l’unico Dea II livello a servizio della città di Napoli e provincia, è hub per i politraumi maggiori, è hub della rete per l’infarto miocardico acuto ed è hub per la rete ictus e tali prestazioni si sommano alla normale “straordinarietà” alla quale il Cardarelli ed i “cardarelliani” fanno fronte da sempre per accogliere tutti coloro che si affidano con fiducia a questa struttura; «Mi chiedo – dice Verdoliva, a quali fatti il consigliere regionale si riferisca, non vorrei che si facesse confusione.

Al Cardarelli siamo abituati a fare i “fatti”, tanti e bene, ma sempre e solo se questi riguardano l’interesse dei pazienti o dell’azienda nella sua complessità. Sarebbe opportuno che il consigliere esponesse in dettaglio quanto ritiene non sia stato fatto, senza tuttavia cedere a banalizzazioni sull’argomento “barelle”, perché detto da un cardarelliano come lui rasenterebbe l’errore storico.

Soprattutto tenuto conto che non dovrebbe confondere le barelle dell’area di emergenza con le centinaia di barelle presenti, fino a qualche anno fa, nei corridoi delle medicine e delle chirurgie degli altri padiglioni».

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