L’edizione odierna de “Il Mattino” ha dedicato un focus alla difficile situazione del Vesuvio, frutto della “unione” tra i terribili roghi dell’anno scorso e la recente ondata di maltempo: tutto ciò ha provocato frane, la caduta di molti pini, colate di fango e detriti che arrivano a valle, smottamenti ed effetti dell’azione erosiva sul cono vulcanico.
Davanti ad alcune villette che si inerpicano in salita, i residenti hanno addirittura creato dighe artigianali per bloccare il deflusso dell’acqua. Ancora chiuso il Gran Cono, dopo la caduta del masso in pietra lavica a quota 800 nei giorni scorsi: sabato la strada è stata chiusa a quota 500 dal Comune di Ercolano, vigili e forestale. Stop anche alla biglietteria per le visite al cratere (con i turisti tornati a casa dopo esservi giunti) e chiuse le cinque attività ristorative a quota mille.
Insomma, c’è un forte rischio idrogeologico. Il presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania, Egidio Grasso, ha lanciato l’allarme: “L’effetto combinato roghi-maltempo determina un rischio idrogeologico R4 (molto elevato) per la fascia vesuviana”.
Oggi sarà effettuato un sopralluogo per capire lo stato di pericolosità dell’area. Di questo rischio idrogeologico si parlerà oggi nella Commissione Ambiente della Regione Campania (presieduta da Gennaro Oliviero), su richiesta del consigliere Francesco Todisco e delle associazioni del territorio.
Articolo pubblicato il: 26 Novembre 2018 11:04