Quando il sapore incontra la bontà dei più genuini sentimenti non può che nascerne un progetto davvero eccezionale, proprio come quello firmato Vigna Resilience.
Fortemente desiderato dalla famiglia Varchetta, in particolar modo dai cugini Vincenzo e Cristina, e reso concreto dal sinergico lavoro con la cantina Radici Vive, il Comune di Napoli, la Soprintendenza dei Beni Archeologici e Culturali e dall’amore di tanti piccoli e operosi studenti; l’area dismessa, ma dall’inestimabile valore culturale, di Pianura è riuscita quindi in un grandissimo intento: restituire il valore di un antico territorio, ma ancor più regalare un nuovo brindisi alla vita.
“Vigna Resilience”: un amore per la vita, una vite per l’amore!
Perché è stato proprio con un vigneto rinato da un terreno dismesso, con la creazione di nuove etichette e la genuina operosità dei piccoli studenti dall’immenso entusiasmo delle scuole Russo, Palasciano, Russolillo, Cigno e Risorgimento, che il progetto Vigna Resilience (nato nel marzo del 2020 e nel pieno della pandemia da Covid) ha saputo dunque lanciare un segnale! Anzi, un messaggio positivo e squisitamente concreto per un territorio, in tutti i sensi, in ripartenza.
Il progetto “di una vigna”
Dopotutto; proprio come in una vigna in cui il processo di produzione può sempre ripartire, anche in una società post emergenza sanitaria la vita può sempre rinascere. Non a caso il nome scelto per il benefico progetto è stato, per l’appunto, “Vigna Resilience”. Un titolo, ma ancor più un concetto, che ha saputo meravigliosamente rievocare e rappresentare, sin dal principio, la forza di una rinascita resa possibile soprattutto grazie ai più giovani.
“Vigna Resilience”: i veri sentimenti si innestano!
In fin dei conti è sui ragazzi che si deve puntare! e “innestare” in essi; proprio come per una vite, l’amore per la terra, per il territorio, per i suoi genuini prodotti e per la vita stessa.
Sarà mica un caso che anche un celeberrimo aforisma sostenga che nel vino c’è la vita?
A questo punto, pare proprio di no.