Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha fatto il punto della situazione nel corso della consueta diretta Facebook del venerdì. Dopo le critiche per i festeggiamenti in strada dei tifosi del Calcio Napoli in seguito alla vittoria della Coppa Italia, il governatore ha attaccato duramente (pur senza mai nominarlo direttamente) il leader della Lega, Matteo Salvini:
“Dobbiamo perdere qualche minuto per dedicare qualche nostro pensiero a un somaro politico che ha ripreso a ragliare – dice sarcastico- Mi riferisco ad alcuni commenti fatti dopo la festa dei tifosi del Napoli, commenti che hanno portato alla luce una propensione sotterranea allo sciacallaggio, perfino al razzismo nei confronti di Napoli, la Campania e del Sud che sembra difficile da estirpare”.
Secondo motivo di ‘ciucciarla’, direbbe Eduardo De Filippo, è giusto il caso di ricordare a questo somaro geneticamente puro che l’obbligo di garantire le norme nazionali sul distanziamento ricade sul Viminale e sul prefetto, ma questo l’uomo di Neanderthal lo ignora”.
Per De Luca, “i tifosi del Napoli hanno fatto una manifestazione di gioia per la vittoria della Coppa Italia, un episodio che sarebbe successo nella stessa maniera in tutta Italia e in tutto il mondo. Voglio ricordare che in altre città del Paese, penso a Torino, in occasione di una partita della Juventus in Champions, ci sono stati morti e feriti in piazza. A Milano, se avesse vinto l’Inter, avremmo avuto l’ira di Dio. Senza nessuna vittoria abbiamo registrato, lo hanno denunciato le autorità milanesi, assembramenti ai Navigli e fenomeni di movida scapigliata. Nel Veneto, a Vicenza, mi sono arrivate immagini della movida per la quale nessuno ha chiesto al governatore del Veneto cosa pensasse e cosa facesse. Siamo di fronte davvero ad atti di volgare sciacallaggio.
Se noi Campania, regione che ha dato una prova straordinaria di rigore e capacità organizzativa, avessimo adottato lo stesso criterio di strumentalità, avremmo dovuto dire parole di fuoco nei confronti di altre realtà del Nord, di altri sistemi sanitari nei quali si sono registrati morti a migliaia. Ma noi, diversamente dal Neanderthal, siamo persone civili e ribadiamo la nostra solidarietà ai nostri concittadini di altre parti d’Italia che hanno sofferto, che hanno affrontato tragedie inimmaginabili, guardando con spirito di coesione nazionale alle vicende dell’epidemia, ricordando però a qualcuno che ha la memoria corta e la faccia come il fondoschiena, peraltro usurato, che la Campania è stata la regione più rigorosa nel chiudere tutto quando c’erano le prime avvisaglie.
Abbiamo avuto il coraggio di chiudere tutto 15 giorni prima rispetto alle decisioni prese dal governo nazionale o da altre regioni. Mentre noi chiudevamo tutto -conclude De Luca- in altre parti d’Italia si continuava a ballare e a bere”.
Abbiamo rilevato due eccellenze assolute, alla Pubblica Istruzione e alla Giustizia. Era difficile fare meglio, erano a casa loro in poltrona alcuni capi della camorra. Si stavano rilassando, il ministro della Giustizia era impegnato ad indossarsi la poschette del taschino e nel frattempo i grandi capi della camorra stavano a casa. E qualcuno prendeva anche il reddito di cittadinanza”.
Come già anticipato la scorsa settimana, De Luca ha ribadito che da lunedì 22 giugno l’uso della mascherina all’aperto sarà facoltativo. Tuttavia, “rimarrà obbligatorio portarle con sé, indossarle nei locali chiusi, ma anche all’aperto con luoghi con rischi di affollamenti pericolosi, penso alla passeggiata sul lungomare. In quel caso dato che ci sono migliaia di persone è indispensabile l’uso della mascherina, quando si esce e non ci sono questi problemi si può non indossare. Non scherziamo e non immaginiamo di aver risolto tutti i problemi”.
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