sabato, Dicembre 21, 2024

Whirlpool, proteste degli operai dello stabilimento di Napoli: bloccato il raccordo autostradale

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Whirlpool: gli operai dello stabilimento di via Argine (la cui chiusura è stata annunciata per il 31 ottobre) in protesta sulla rampa dell’Autostrada A3.

Nuove proteste degli operai dello stabilimento Whirlpool di Napoli. Come già successo più volte nell’ultimo anno e mezzo di incertezze, i lavoratori dello stabilimento di via Argine (che, come annunciato dai vertici italiani della multinazionale, cesserà la produzione da sabato 31 ottobre) hanno occupato la rampa dell’autostrada A3, bloccando il traffico.

Non arretreremo di un passo – dicono alcuni lavoratori a “Il Mattino” – perché le risposte le vogliamo oggi. Non intendiamo concedere altro tempo, siamo stanchi di parole e promesse. Resteremo in autostrada fin quando sarà necessario”.Whirlpool, proteste degli operai dello stabilimento di Napoli: bloccato il raccordo autostradale Nella giornata di oggi, mercoledì 28 ottobre, i lavoratori stanno effettuando otto ore di sciopero proclamate dalle organizzazioni sindacali di categoria per sollecitare il governo ad un intervento deciso sulla multinazionale per scongiurare la cessazione delle attività produttive.

Inoltre, nella giornata di giovedì 5 novembre ci sarà uno sciopero generale di quattro ore a Napoli da parte di tutti i settori produttivi nell’area metropolitana, con manifestazione in Piazza Dante. La mobilitazione, che vedrà esclusi i servizi essenziali, è stata proclamata da Cgil, Cisl e Uil di Napoli al termine dell’attivo unitario convocato dalle tre confederazioni.

Ieri, martedì 27 ottobre, gli operai Whirlpool hanno appeso un manichino impiccato al cavalcavia dell’asse viario di collegamento tra il centro direzionale e l’autostrada in via Galileo Ferraris a Napoli.

Il futuro dei 430 lavoratori, i quali stanno rivendicando da un anno e mezzo il rispetto degli accordi di ottobre 2018, è appeso a un filo. E l’emergenza Covid 19 non ha di certo favorito la risoluzione di questo grave problema sociale della città di Napoli.

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