Whirlpool: gli operai dello stabilimento di via Argine hanno passato la scorsa notte in fabbrica. Proposta di de Magistris: “Rendere lo stabilimento partenopeo la prima fabbrica bene comune d’Italia”.
È arrivata la data di sabato 31 ottobre, che per 430 lavoratori rappresenta il giorno della chiusura dello stabilimento Whirlpool di Napoli.
Dopo più di un anno e mezzo di lotta tra tante incertezze, il destino degli operai dello stabilimento di via Argine sembra amaramente scritto. Ad oggi, non sono bastate le infinite trattative al Ministero dello Sviluppo Economico (con al tavolo prima Luigi Di Maio e poi Stefano Patuanelli), i presìdi degli operai allo stabilimento di via Argine, né tantomeno gli scioperi, i blocchi stradali e l’intervento di Regione Campania (pronta a mettere a disposizione fino a 20 milioni di euro per invitare l’azienda a restare) e Comune di Napoli per far cambiare idea ai vertici della multinazionale. In questi giorni, i sindacati di categoria hanno nuovamente sollecitato il Governo ad un intervento deciso sulla multinazionale per scongiurare la cessazione delle attività produttive: il premier Giuseppe Conte ha assicurato che il Governo “farà di tutto per i lavoratori“.
Intanto, come riporta “Repubblica”, numerosi lavoratori hanno passato la notte nell’addiaccio, accendendo il fuoco nel cestello di una lavatrice e atteso che spuntasse l’alba dell’ultimo giorno in fabbrica. E stamattina, gli operai hanno indetto una assemblea pubblica.
“Napoli non molla” (recita l’ormai famoso slogan degli operai dello stabilimento di via Argine), ma è chiaro che il futuro di 430 lavoratori, i quali stanno rivendicando da un anno e mezzo il rispetto degli accordi di ottobre 2018, è appeso a un filo.
De Magistris: “Whirlpool di Napoli può diventare la prima fabbrica bene comune d’Italia”
Ieri sera, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha partecipato con due operai allo spegnimento delle luci delle stanze e della facciata di Palazzo San Giacomo in segno di solidarietà dopo la notizia della chiusura della fabbrica Whirlpool di via Argine.
Il primo cittadino lancia una proposta: “La città -dichiara il primo cittadino partenopeo- vuole continuare a fare la sua parte. Il governo si è arreso alla Whirlpool ed è una sconfitta, soprattutto dopo che la multinazionale aveva firmato un accordo. Questa è stata una battaglia di grande civiltà e dignità che ha visto la città di Napoli unita. Abbiamo però lavorato a un’alternativa, quella di far diventare lo stabilimento napoletano della Whirlpool la prima fabbrica bene comune d’Italia.
Governo, Regione e Città Metropolitana acquisirebbero le quote della Whirlpool, in cui facciamo entrare i lavoratori come protagonisti ed eventuali soggetti privati pronti a mettere liquidità”.