sabato, Novembre 23, 2024

Aifa, aumentato il consumo di antibiotici. La UE lancia l’allarme

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Patrizia Zinno
Patrizia Zinnohttps://www.2anews.it
Patrizia Zinno è biologa nutrizionista napoletana e ha lavorato per circa 20 anni presso centri di Diabetologia, di Dialisi, Ematologia e Chimica Clinica. Ora insegna Scienza e Cultura dell’Alimentazione nella Scuola Alberghiera di Scampia.

L’elevato consumo di antibiotici ha provocato l’apparizione di microrganismi in grado di difendersi e resistere all’attacco farmacologico.

L’Agenzia Italiana del Farmaco per la prima volta online ha elaborato e reso disponibili i Report regionali sul consumo dei farmaci nell’anno 2017 elaborati sulla base dei dati utilizzati per la stesura del Rapporto OsMed 2017: per ciascuna regione sono presentate le analisi contenute nel Rapporto nazionale, ritenute di maggior impatto.
Obiettivo principale dei rapporti è fornire ai referenti regionali uno strumento per la programmazione sanitaria e delle iniziative di formazione e informazione.

Aifa, aumentato il consumo di antibiotici. La UE lancia l'allarme

I Report forniscono i dati di spesa e consumo, relativi sia all’assistenza convenzionata sia all’acquisto da parte delle strutture sanitarie pubbliche, con diversi livelli di aggregazione.

Inoltre, viene presentato l’elenco dei principi attivi a maggior consumo, spesa e variazione della stessa rispetto all’anno precedente.
Le differenze che emergono, partendo dagli antibiotici, confermano un consumo diverso fra Nord e Sud, e già diversi studi – ha spiegato Francesco Trotta, coordinatore del gruppo di lavoro Osmed – fanno pensare ad una potenziale in appropriatezza, – Campania, Puglia, Calabria e Sicilia sono le regioni con i consumi maggiori”.

Aifa, aumentato il consumo di antibiotici. La UE lancia l'allarme

Per le statine, le regioni che ne consumano di più sono la Campania, la Puglia, la Sardegna e le Marche.

Per i farmaci generici

Resta più netta la propensione dei pazienti delle regioni del Nord a scegliere un farmaco a brevetto scaduto, e per questo più economico, mentre per i farmaci biosimilari (i biologici a brevetto scaduto) la situazione è più a macchia di leopardo.

Dai primi anni ‘90 si sente parlare sempre più comunemente di Evidence Based Medicine (EBM), letteralmente “Medicina fondata sulle prove di efficacia”, basata su dati di ricerca scientifica rigorosa applicati “su misura” ad ogni singolo paziente, in modo che la terapia diventi protagonista della sua cura.

Oggi però esistono conoscenze così vaste e metodi scientifici così rigorosi che si è creato un movimento di pensiero che ha cercato di razionalizzare il tutto per fornire al Paziente le cure sicuramente efficaci. Gli antibiotici hanno rivoluzionato la medicina moderna in quanto permettono di combattere la maggior parte delle infezioni batteriche e di salvare vite.

Aifa, aumentato il consumo di antibiotici. La UE lancia l'allarme

Ma il consumo eccessivo può sviluppare resistenza e di conseguenza anche causare fallimento terapeutico. Un grosso pericolo per la salute delle persone, con aumenti di malattie infettive, patologie varie e resistenze batteriche di specie che possono diventare mortali come il micobatterio della tubercolosi o lo stafilococco aureo resistente alla meticillina o MRSA, che ogni anno uccide migliaia di persone che lo contraggono in ospedale.

L’Italia rappresenta tra i paesi a maggior consumo, come dimostra uno studio di Eurobarometro, che ci indica l’abuso di questi preziosi farmaci. A seguirci  la Spagna con il 53%, la Romania (51%), l’ Irlanda (45%), la Francia e l’Inghilterra (42%), al contrario della  Germania, Olanda, Danimarca e Austria. I piu’ informati sono i finlandesi, con il 44%. Inoltre il 53% degli europei ed il 62% degli italiani senza consultare il medico, e’ convinto che gli antibiotici servano a uccidere anche i virus, e li utilizzano quindi anche in caso di raffreddore o influenza quando invece sono inutili.

Il consumo eccessivo, con il tempo ha provocato l’apparizione di microrganismi in grado di difendersi e resistere all’attacco farmacologico. Per questo l’Unione europea punta alla prevenzione dei rischi attraverso controlli, formazione e campagne di sensibilizzazione.

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