mercoledì, Novembre 20, 2024

Celiachia , la diagnosi precoce aiuta la conoscenza

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Patrizia Zinno
Patrizia Zinnohttps://www.2anews.it
Patrizia Zinno è biologa nutrizionista napoletana e ha lavorato per circa 20 anni presso centri di Diabetologia, di Dialisi, Ematologia e Chimica Clinica. Ora insegna Scienza e Cultura dell’Alimentazione nella Scuola Alberghiera di Scampia.

All’inizio si pensava che fosse solo una malattia infantile rara e limitata alla prima infanzia, invece  in pochi anni si è trasformata  in una condizione di frequente riscontro.  Per il 2018 nuovi protocolli per la diagnosi.

Celiachia , la diagnosi precoce aiuta la conoscenzaLa Celiachia è una patologia , classificata come malattia cronica e colpisce circa 1,5% della popolazione. Una infiammazione cronica autoimmune dell’intestino tenue  in cui il soggetto deve escludere dalla sua dieta il glutine, una proteina vegetale presente nella maggior parte dei cereali.  La celiachia si trasmette per via genetica, colpendo  i membri della stessa famiglia; invece in altri casi  si scatena per la prima volta, dopo uno stress, dopo un intervento chirurgico, dopo la gravidanza o il parto o dopo una influenza.

All’inizio si pensava che fosse solo una malattia infantile rara e limitata alla prima infanzia, invece si è trasformata in pochi anni in una condizione di frequente riscontro, con possibile insorgenza in ogni età della vita, inclusa quella geriatrica, a volte diagnosticata in soggetti con sintomi appena sfumati o del tutto asintomatici sul piano clinico. Può colpire individui di tutte le età; nella forma classica i sintomi si evidenziano allo svezzamento,  ed i sintomi sono ritardo della crescita, diarrea e astenia.  in altri casi  invece possono essere presenti solo sintomi neurologici e la diagnosi è spesso fatta in età adulta.

Le persone con la celiachia non possono mangiare  grano, avena, farro,  orzo, segale ed alcuni prodotti dove è presente il glutine come farmaci , burro, cacao ed alcuni integratori.   Il riso ed il mais sono privi di glutine.  Quando assumono questi alimenti, il loro sistema immunitario reagisce, distruggendo i villi intestinali presenti nella mucosa intestinale. I villi sono molto importanti al nostro organismo, in quanto responsabili dell’assorbimento dei  principi nutritivi portati dal cibo, che da qui poi entreranno nel sangue. Se tutto questo processo fisiologico  non avviene, la persona  manifesterà malnutrizione e deperimento organico.

Celiachia , la diagnosi precoce aiuta la conoscenzaAd oggi la Regione abitata da più celiaci risulta la Lombardia con circa 38.000 casi, seguita dal Lazio con 19.000 e la Campania con 18.000. Negli Stati Uniti più di 2 milioni di persone sono affette da.  morbo celiaco, circa una su 133. La celiachia è ancora una malattia in gran parte oggetto di studio, e per il 2018 è in programma con un nuovo protocollo per la diagnosi su tutto il territorio nazionale, considerando che si stima che siano oltre 400mila gli italiani celiaci non ancora diagnosticati. Nel 2016 il numero  delle nuove diagnosi è stato infatti di 15.569, oltre 5.000  in più rispetto all’anno precedente, e solo in Italia risultano diagnosticati  198.427 celiaci. E si  stima che siano circa 408.000,  i celiaci non ancora diagnosticati.

Ultimamente si parla di casi di sensibilità al glutine con sintomi di nausea, vomito, colon irritabile, alternarsi di diarrea e stipsi, gonfiore intestinale. Associati a disturbi di stanchezza, sonnolenza e difficoltà di concentrazione. Questi disagi si manifestano, in genere, nel giro di minuti o poche ore dal consumo dei cibi contenenti cereali. Una sensibilità che può regredire dopo un periodo di astinenza dal glutine, al contrario della celiachia.

La diagnosi di celiachia si effettua mediante analisi del sangue che individuano specifici anticorpi, l’esame delle feci, ed in ultima analisi,  biopsia dell’intestino tenue con il prelievo di un frammento di tessuto, che serve a determinare attraverso l’esame istologico lo stato dei villi intestinali.  Una diagnosi appropriata permetterà di scoprire l’esistenza ad  una  indisposizione nel consumo di alimenti contenenti glutine e la necessita di cambiare il proprio stile di vita alimentare.

Dott.ssa Patrizia Zinno

 

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