sabato, Aprile 26, 2025

A un anno dalla scomparsa il Teatro Totò ricorda Salvatore Liguori con una messa

Ci sono volti che il tempo non riesce a scolorire. Sorrisi che, pur se spezzati dalla crudeltà della sorte, restano impressi come sigilli di luce nel cuore di chi li ha incrociati. Ad un anno esatto dalla scomparsa di Salvatore Liguori, giovane anima del Teatro Totò, la sua presenza continua a vibrare tra le tavole di quel palcoscenico che fu casa, destino e passione.

Aveva solo 37 anni quando la malattia, con il volto impietoso dell’inevitabile, lo ha strappato all’affetto dei suoi cari. Un distacco che ha lasciato un vuoto lancinante nei cuori del padre Gaetano Liguori, storico direttore artistico del teatro di Via Foria, della mamma, della moglie e del figlio ancora troppo piccolo per comprendere l’assenza, ma destinato a sentirne per sempre la carezza invisibile. Eppure, ciò che resta è più forte di ciò che è stato tolto. Martedì 15 aprile alle ore 18.30, nella Chiesa di Sant’Antonio Abate (Via Foria 302, Piazza Carlo III), sarà celebrata una Santa Messa in suo suffragio.

Un momento di raccoglimento, ma anche di riconoscenza. Perché Salvatore non fu solo un figlio d’arte, cresciuto tra quinte, sipari e copioni. Fu un uomo pieno di luce, un pedagogo teatrale capace di accendere l’entusiasmo nei giovani allievi dell’Accademia delle Arti Teatrali – Teatro Totò, da lui stesso diretta con rigore, tenerezza e passione. La sua dedizione era totale.

Ogni gesto, ogni parola, ogni scatto-perché Salvatore era anche fotografo sensibile e stimato- portava con sé una cura, un amore che non si insegnano, ma si ereditano dalle stelle. C’era in lui una serena accettazione del dolore che ricordava i martiri gentili, quelli che sorridono anche quando tutto trema. Non c’era rabbia, non c’era resa, ma piuttosto una composta consapevolezza che l’arte, l’educazione, la bellezza e l’affetto sono i soli strumenti con cui possiamo difenderci dall’ingiustizia della morte. E allora il teatro lo onori. Lo onori la vita, che lui ha attraversato come una cometa breve ma luminosa.

Lo onori la memoria, che non muore mai se custodita dall’amore. Lo onorino i giovani che ne hanno assorbito insegnamenti, sguardi, incoraggiamenti. E lo onorino, infine, anche le sue fotografie, fermo immagine di un mondo che, grazie a lui, continuerà a raccontarsi in silenzio. Ci sono persone che lasciano una traccia. E poi ci sono anime come quella di Salvatore Liguori, che non lasciano semplicemente una traccia: lasciano un sentiero.

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