I fondi sono destinati a rafforzare le infrastrutture di ricerca per il monitoraggio in tempo reale dei segnali sismici e lo studio dei terremoti, in particolare nell’area dei Campi Flegrei.
Sono destinati a rafforzare le infrastrutture di ricerca per il monitoraggio in tempo reale dei segnali sismici e lo studio dei terremoti, in particolare nell’area dei Campi Flegrei, i 6 milioni di euro assegnati all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia per le infrastrutture di ricerca, sui 94 stanziati dal ministero per l’Università e la Ricerca dal Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca I fondi appena stanziati “rappresentano un contributo sostanziale per la realizzazione di importanti attività propedeutiche alla ricerca scientifica al servizio del Paese”, osserva il presidente dell’Ingv Fabio Florindo.
“Viviamo un periodo di particolare attenzione per l’area dei Campi Flegrei, una delle zone vulcaniche più monitorate in Italia e certamente quella a maggior rischio. Sebbene l’attuale rete di monitoraggio multiparametrica sia dotata di alta sensibilità – prosegue – il quadro degli eventi che caratterizzano l’area flegrea rende fondamentale compiere un ulteriore potenziamento strumentale che, come previsto con il finanziamento appena stanziato dal Mur, ci consentirà di aumentare le nostre capacità di rilevamento e interpretazione in tempo reale dei segnali sismici, geodetici e geochimici, migliorando il monitoraggio in continuo e la nostra capacità di valutare la pericolosità vulcanica in un’area densamente popolata e ad altissima vulnerabilità. Un investimento di questa portata avrà ricadute immediate e significative sulla capacità decisionale degli Enti preposti alla protezione civile, garantendo una maggiore sicurezza per la popolazione”.