Il Comune di Napoli, durante la 19/a Biennale Architettura di Venezia, presenta “Vela Celeste: Reimagining Home”, un’installazione che reinterpreta la struttura di Scampia come “infrastruttura civile” in grado di raccogliere e restituire le aspirazioni dei cittadini.
Dimostrare come una periferia marginale possa trasformarsi in un laboratorio di rigenerazione sociale e urbana, grazie alla co-progettazione civica e all’intelligenza artificiale. È questo l’obiettivo del Comune di Napoli che durante la 19/a Biennale Architettura di Venezia (10 maggio-23 novembre 2025) presenta “Vela Celeste: Reimagining Home“, un’installazione che reinterpreta la struttura di Scampia non come rovina, ma come “infrastruttura civile” in grado di raccogliere e restituire le aspirazioni dei cittadini.
Costruite negli anni ’70 come esperimento rivoluzionario di urbanistica modernista, le Vele hanno attraversato anni di abbandono e crisi, fino a diventare un simbolo di marginalità urbana. Grazie ai finanziamenti Pnrr-Next Generation EU, il Comune di Napoli ha avviato un progetto che prevede la demolizione di queste strutture, per restituire spazi a un quartiere che dovrebbe diventare sostenibile e a misura di persone. Rientra in questa strategia la decisione di abbattere due delle tre Vele esistenti, mantenendo la Vela Celeste e trasformandola in un nuovo simbolo di rinascita per la comunità.
In questo modello di architettura partecipata è stato coinvolto un gruppo rappresentativo dei 2000 abitanti, oggi ricollocati in altre zone della città in attesa di tornare a Scampia, e alcuni protagonisti del territorio, come il Comitato Vele, che hanno preso parte alla co-progettazione, creando immagini con l’IA che confluiranno in un archivio digitale.
“Il progetto di riqualificazione delle Vele di Scampia – ha detto il sindaco Gaetano Manfredi – è un lavoro collettivo costruito col territorio ed è quindi un modello nazionale. La costruzione di nuovi edifici e l’insediamento di spazi di comunità contribuirà alla rinascita di un quartiere che, per lungo tempo, ha sofferto l’assenza delle Istituzioni. Portare a Venezia un esempio di questa rinascita, la Vela Celeste, è una grande soddisfazione per Napoli e per la nostra Amministrazione.
Il coinvolgimento degli abitanti è stato essenziale per dar vita a un’infrastruttura in grado di contenere aspirazioni e desideri comuni. Il supporto della tecnologia e dell’intelligenza artificiale ha completato quest’esperienza di co-progettazione. La Vela Celeste non è solo un simbolo, né un ricordo statico del passato, ma un archivio di immaginari in grado di ripensare il futuro della città. Insieme possiamo farlo, anzi lo stiamo facendo”